Sandra Crescimanno era una ragazza con dei sogni.
Sogni piccoli, per grandi imprese. Portava i capelli corti, tagliati alla maschietto... ed era coraggiosa. Nel 1982 dopo il diploma decise di lasciare il suo paese, Piazza Armerina, e andare da sola a studiare a Venezia. Lontano da casa, da Enna, dalla Sicilia. Voleva studiare lingue orientali, la sua passione. Nel suo paese la guardavano con stupore e invidia. Non erano tante le ragazze che, trent’anni fa, partivano per andare a studiare al Nord Italia e per di più sceglievano lingue lontane.
Ma Sandra era una ragazza con dei sogni.
A Venezia conobbe un ragazzo più grande di lei. Era un professore di musica. Diventarono amici. Ma lui voleva di più. Voleva che Sandra diventasse la sua fidanzata. Lo voleva con forza. Divenne un’ossessione.
Forse Sandra avvertì qualcosa, forse...ma non ebbe il tempo di fuggire e di salvarsi. Sandra fu uccisa a Venezia il 25 gennaio 1983 dal suo amico musicista. Fu accoltellata. Non ferite mortali, ferite che la uccisero lentamente... Morì dissanguata. La trovarono nella sua stanza alcuni compagni di università, preoccupati perchè la piccola ragazza siciliana non andava a lezione.
Sandra a Piazza Armerina non é più tornata.
I compagni di scuola portarono a piedi la bara di Sandra dalla cattedrale fino alla parte nuova della città. Al funerale parteciparono anche i genitori del musicista, che chiesero perdono ai genitori di Sandra e alle sue sorelle.
È tutto ciò che so di Sandra. Quello che ho sentito oggi a Piazza Armerina. Ora sono a letto, con la piazza del paese a pochi metri e una grande luna tonda sulla testa. Ho appena cercato notizie di Sandra su google. Ho passato al setaccio l’archivio dell’Ansa. Ho indagato tra i vecchi pezzi di Repubblica. Niente. I primi archivi on-line nascono nel 1984.
L’omicidio di Sandra Crescimanno, fuori da questo paese, non lo ricorda nessuno. Anche perché il suo omicida, il giovane musicista, dopo averla uccisa, si tolse la vita, gettandosi dal balcone della scuola di Musica dove insegnava. Nessun giallo. Nessun risvolto noir. Solo i sogni di una ragazza siciliana con i capelli alla maschietto e un’ossessione mortale di un giovane musicista veneziano.
Io sono capitata a Piazza Armerina per caso. O forse non é giusto parlare di caso.
Sono capitata a Piazza Armerina perché una donna, Maria Grasso, dopo aver letto il mio Malanova, mi ha cercata, scelta, voluta per l’inaugurazione dello sportello antiviolenza (il primo della provincia di Enna) dell’associazione “Donne insieme-Sandra Crescimanno”.
In certi posti non ci si capita, ci si deve arrivare. E io sono stata chiamata.
A Maria che ha insistito per la mia trasferta siciliana (oh quanto!) continuavo a ripetere: “Ma io che testimonianza posso dare? Cosa c’entro? Non sono adeguata. Ho solo scritto un libro, ma non conosco la violenza sulle donne”.
E invece, oggi ho capito, che forse il regalo più grande che Malanova e Anna Maria Scarfò mi hanno fatto è stato darmi una possibilità: capire cosa accade prima di una violenza, durante, dopo...diventare più sensibile ai racconti, più forte nella voglia di reagire, più cosciente che le donne devono aiutarsi l’un l’altra, che le cose si devono chiamare con il loro nome, senza paura (mai), che la violenza si vince «con la cultura e con l’educazione al rispetto, con lo scardinamento di certi luoghi comuni» (come dice Maria Grasso), con «una forma di amore che si chiama sorellanza e con la consapevolezza e la stima in se stesse» (come dice Raffaella Mauceri del centro antiviolenza Le Nereidi di Siracusa).
Quella di oggi è stata una giornata lunga... in un paese color ocra, fatto di pietre e di acqua, di strade di mattoni e piccole luci come in un presepe, di donne e di forza.
Oggi ho conosciuto Sandra Crescimanno e tante donne come lei... che hanno dei sogni.
Cristina Zagaria
fonte: www.cristinazagaria.it